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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

Period Poverty e Tampon Tax: facciamo il punto

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Oggi è il  28 maggio e come ogni anno si celebra la Giornata Internazionale dell'Igiene Mestrual e .   La maggior parte di noi dà per scontato i prodotti e i servizi che garantiscono un'igiene adeguata durante il ciclo mestruale; infatti, ogni mese abbiamo la possibilità di mettere nel carrello della spesa ciò che serve nei giorni della mestruazione. Questo gesto, così apparentemente normale, non tiene conto di un problema che prende il nome di period poverty , letteralmente povertà mestruale e riguarda non poche persone. È la difficoltà di garantirsi prodotti, spazi e servizi che permettano di mantenere un' igiene adeguata e sicura.  Da un’indagine dell’ Unicef emerge che a livello globale 2,3 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienico-sanitari di base: ecco che, per le donne, la gestione del ciclo può diventare un enorme problema e anche un grande rischio per la salute fisica e in generale il benessere. Quale sarà la scelta obbligata di molte donne? Acquis

Esiste ancora una partita che si gioca tra uomini e donne? Aurora Leone e la forza distruttiva delle parole

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  «Sei una donna, non puoi stare seduta qui, queste sono le nostre regole» Ecco che cosa si è sentita dire ieri sera Aurora Leone , componente del gruppo comico napoletano  The Jackal . Tutto ciò è successo durante la cena che celebrava la Partita del Cuore , in programma stasera all'Allianz Stadium di Torino, che vede da una parte la Nazionale Cantanti e dall’altra la squadra dei Campioni per la Ricerca . Una sfida a scopo benefico, che si tiene in Italia ormai da anni, anche se, a giudicare dai toni, quest'anno ha preso una piega un po' diversa. Foto Nazionale Cantanti da agi.it  Stessa convocazione per il collega dei The Jackal, Ciro Priello, che non è stato allontanato in alcun modo. Aurora Leone è stata chiamata accanto a tanti altri volti della musica per scendere in campo e, giustamente, ha precisato: «guardate, io non sono l’accompagnatrice di Ciro, sono stata convocata» ma la risposta del dirigente della Nazionale Cantanti, Gianluca Pecchini , è stata lapidaria e n

«Signora o Signorina?», «Niente, grazie».

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Quando noi donne ci sentiamo dire “Buongiorno Signora” o “Buongiorno Signorina”, pensiamo subito al fattore età. Ci indispettiamo se a vent’anni ci chiamano Signora, ma non è questo che dovrebbe darci fastidio; a dirla tutta, nemmeno sentirsi appellare “signorina” è gratificante, anche se sembra così. Perché? Risponde la linguistica. L’uso dell’appellativo signora o signorina per le donne è asimmetrico rispetto agli uomini, soprattutto in ambito lavorativo, dato che al collega maschio è parallelamente riservato il titolo di “Dottore”. Spesso signore si omette, a volte si usa con il nome della persona o con il cognome, ma sempre più raramente. In qualche raro caso, ci si ricorda che, a parità di preparazione, anche le donne sono “Dottoresse”, ma molto spesso è un piccolo dettaglio che finisce nel dimenticatoio, o peggio, il titolo viene usato in tono sarcastico . Statisticamente, è molto raro che l’uomo venga chiamato signore; mai viene chiamato “signorino”, se non scherzosament

L’aiuto si deve chiedere? Rispondono Ikea e Emma Clit

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  «Non aiutarla a stirare. Perché quando dici “posso aiutare?” stai dando per scontato che sia responsabilità della donna»; «Non aiutarla a lavare i piatti. Perché quando dici “posso aiutare?” stai dando per scontato che sia responsabilità della donna»; «Non aiutarla a pulire. Perché quando dici “posso aiutare?” stai dando per scontato che sia responsabilità della donna» … e via dicendo. Recitava così l’ultima campagna di Ikea , sbarcata sui social pochi mesi fa.  L’idea alla base è che, chiedendo di dare un aiuto, l’uomo veda nei lavori domestici qualcosa che non è di sua competenza. A lui, forse, a volte, spetta un aiuto marginale, che addirittura deve essergli accordato dalla donna, cioè da colei che è chiamata a fare tutto in casa. Dal profilo Instagram di @ikeaitalia  Questa campagna mi ha fatto subito pensare a un libro, uscito nel febbraio dell’anno scorso, che torna sull’idea di dover chiedere. Con una sottile provocazione, la fumettista Emma Clit ha intitolato il suo lavoro Ba

Come ripensare la famiglia? Giornata internazionale contro omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia

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Oggi, nella Giornata internazionale contro omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia , parliamo di un tema complesso e dibattuto: la famiglia .  Facciamo un passo indietro e rispondiamo a una domanda: chi sono le Famiglie Arcobaleno?  Poi, facciamo un balzo in avanti e approfondiamo il tema con l'intervista a Sabina Usseglio , referente per il Piemonte dell' Associazione Famiglie Arcobaleno.  Ripropongo l'articolo scritto su www.nonsolocontro.eu  Ogni volta che si parla di famiglia naturale un antropologo muore - NonSoloContro - ​Ora anche online Federica Carla Crovella 

Catcalling: testimoni e non più vittime con il Progetto Stand Up

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  Foto da www.news48.it  Catcalling : molestia verbale, che si manifesta con fischi, apprezzamenti più o meno volgari, gesti indesiderati, ma anche battute a sfondo sessuale e offese sull’aspetto fisico. Nei casi più gravi può sfociare in episodi di stalking, aggressioni fisiche e abusi sessuali. Una forma di violenza, che però, troppo spesso non viene percepita come tale, ma può avere conseguenze devastanti, perché non sempre si hanno gli strumenti per prendere le distanze, anche emotivamente. Le molestie di strada avvengono anche in pieno giorno, ma spesso nessuno accorre in aiuto. Perché? Capita solo alle donne? Su News48.it rispondo a queste domande, ma soprattutto,  guardo alle soluzioni , come vuole il giornalismo costruttivo . Come fronteggiare un problema che impedisce a troppe persone di uscire di casa serenamente?   Il Progetto Stand Up crea consapevolezza e spiega come possiamo reagire attivamente e concretamente, sia se siamo vittime sia come testimoni. Ringra

Dieci anni dalla Convenzione di Istanbul: facciamo il punto

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  Dieci anni fa si firmava la Convenzione di Istanbul . È stato, almeno sulla carta, il primo strumento giuridicamente vincolante a livello internazionale contro la violenza sulle donne. Racchiude 81 articoli , che vanno in una sola direzione: violenza contro le donne significa violazione dei diritti umani ed è una forma di discriminazione . Preso atto di questa realtà, chi non adegua le proprie leggi e non agisce con l’obiettivo di limitare la violenza, in tutte le forme, è responsabile della stessa. La Convenzione vuole tutelare la vita delle donne all’interno e all’esterno delle mura domestiche e dei confini europei. Quattro obiettivi Prevenire: agire sulla cultura che sta dietro la violenza di genere, la rende qualcosa di accettabile e addirittura normale e spinge a perpetrarla. Il primo passo sarebbe rimuovere gli stereotipi che influenzano l’opinione pubblica e purtroppo la formano. Poi c’è la sensibilizzazione alla violenza, o meglio, alle violenze, che hanno sempre tante f

Dar voce a chi non parlerebbe: intervista a Break The Silence

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  Non è nato da molto, eppure, è già tanto grande: nel seguito, negli obiettivi e nei risultati. È un progetto che è partito da Torino per rompere il silenzio e dar voce alla violenza di genere attraverso i social. Si chiama Break The Silence e permette a tante altre donne – e a chiunque lo voglia –   di  raccontare  le loro storie di molestie e vessazioni nel completo anonimato . A gestirlo sono Mariachiara Cataldo, Francesca Valentina Penotti, Giulia Ghinigò e Francesca Sapey. Tutto è nato dopo il primo periodo di lock- down, quando alla prima uscita con le amiche Mariachiara subisce violenza verbale per strada e decide di non rimanere più in silenzio. Così nascono le pagine di Instagram e Facebook , in cui si sono espresse tante persone. Attenzione: persone, non solo donne. Sì, ci sono anche uomini che partecipano e questo ha davvero il sapore dell’inclusività. Del resto, l’obiettivo è proprio stare accanto a chi subisce violenza , allontanando il senso di abbandono e creando

Genere, linguaggio e social: a che punto siamo?

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Ultimamente si sta parlando tanto di catcalling, legge sull’omofobia e tanti altri temi legati a violenza di genere e identità di genere. Si fa attraverso tanti mezzi di comunicazione e in molti modi, per far capire che le forme di violenza sono tante, non è mai una sola e non si deve per forza esprimere con lividi e sangue.  C’è anche chi, però, non vuole saperne di accettare che certi atteggiamenti siano del tutto inaccettabili.  Anche dal mondo dello spettacolo si sono alzate molte voci in proposito, alcune più positive e altre meno: di conseguenza, arriva spontanea la curiosità di capire come veicolino questi contenuti e con quale linguaggio.  Subito dopo nasce un’altra riflessione: il Consiglio Nazionale dell’Ordine Dei Giornalisti ha dato delle norme linguistiche e un codice etico per trattare le questioni di genere. Ma chi è youtuber o influencer ha delle regole da seguire? A giudicare da alcuni casi di estrema attualità – e non solo – pare proprio di no.  Partendo da queste do

Violenza domestica e Covid-19: dai dati alle soluzioni

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  In questo ultimo anno, insieme alla pandemia di Covid-19, è esplosa anche un’altra piaga sociale: quella della violenza domestica , che ha visto tante donne subire soprusi proprio dentro il luogo che dovrebbe essere il più sicuro. La casa le ha protette dal virus, ma non dai maltrattamenti , che sono arrivati nella maggioranza dei casi dai partner. I dati Istat parlano chiaro e fanno a dir poco rabbrividire, ma non ho guardato solo alle statistiche. Ho osservato il problema, perché di questo si tratta, anche da un altro punto di vista, ovvero quello delle soluzioni messe in atto per andare in aiuto alle donne. Ci sono i centri antiviolenza e c’è l’1522, ma non solo… Come si è mossa l’Italia?  Che cosa ha fatto l’Estero? È un problema che accomuna tutto il mondo. La violenza domestica è stata riconosciuta a livello internazionale come una piaga , che troppo spesso non si vede.  Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha detto: “Nella Giornata internazionale contro la violenz

Il femminile delle professioni…con l’aiuto di Vera Gheno

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Sindaca, architetta, avvocata, ingegnera, assessora. Sono parole del nostro italiano, di cui si trova traccia anche nel dizionario, ma si fa ancora tanta fatica ad utilizzarle nella quotidianità. Quando si tratta di parità di genere, spesso il linguaggio passa in cavalleria, perché «ci sono cose più importanti». Sono a favore dell’uso del femminile nelle professioni perché le parole non sono un accessorio e perché siamo noi che determiniamo i cambiamenti della lingua mentre la parliamo. Ne siamo responsabili. La lingua non è immutabile e immobile, anzi, si modifica con l’uso. Pensate alla grande diffusione delle parole inglesi, a “ciaone”, a “petaloso” e via dicendo. Sono a favore dell’uso del femminile nelle professioni perché nella mente di molte persone, e di conseguenza spesso anche nei fatti, ciò che non si nomina automaticamente non esiste, o perde di valore e viene lasciato nell’angolo. Viceversa, l’uso consapevole delle parole può contribuire anche a  riconoscere e regolame

La Mela e il Serpente di Armanda Guiducci: un libro che ho amato e continuerò ad amare

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La Mela e il Serpente di Armanda Guiducci (1974) Foto di Federica Carla Crovella  Questo libro ha fatto breccia dentro di me da subito, tanto che ho deciso di partire da qui per la mia tesi di laurea.  La mela e il serpente di Armanda Guiducci risale al 1974 , ma nonostante questo, sono convinta che risuoni ancora dentro le coscienze femminili. Guiducci è stata antropologa, filosofa, giornalista e autrice. La forza di questo suo libro credo sia nella capacità e nella volontà, dichiarata dalla stessa autrice, di parlare a tante donne di questioni che, volente o nolente, accumunano tutto il genere femminile, ripercorrendo idealmente un percorso di vita in cui ognuna potrebbe riconoscersi. È un’autobiografia un po’atipica, proprio perché l’autrice non vuole solo raccontare la propria storia, ma «creare uno strumento per le altre donne». Parte da un momento in cui sicuramente tutte possiamo ritrovarci: l’arrivo della prima mestruazione . Lei la ricorda come una tappa difficile, in c