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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

Anche l'incomunicabilità è violenza: ho spento il pc

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Italo Calvino negli anni ’60 parlava di antilingua ; poi, dalla fine degli anni ’70 si parla di burocratese . La sostanza è la stessa: è un linguaggio spesso utilizzato da amministrazioni e istituzioni pubbliche, costituito da perifrasi tecniche e generiche, che diventa ermetico e talvolta complica il messaggio. Purtroppo, questo uso della lingua non risparmia nemmeno il 25 novembre.   Inutile fare considerazioni su quanto questo sia raccapricciante, ma, inevitabilmente, viene da chiedersi perché. Facciamo un velocissimo passo indietro. Che cosa significa, nel concreto, usare il burocratese? tecnicismi ricorrenti, spesso non spiegati complessità morfo-sintattica e lessicale uso di dati astratti in luogo di dati concreti parafrasi ridondanti per spiegare qualcosa di relativamente semplice uso impersonale del linguaggio ricorso alla retorica Ne abbiamo abbastanza? Direi di sì…   Una battaglia persa Questo articolo nasce da un’esperienza personale ; in particolare, d

Non solo il 25 Novembre: dati, numeri, strumenti

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Nei giorni scorsi mi sono chiesta se scrivere, che cosa e come, in occasione della giornata di oggi. Perchè scriverne? La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne non cura questa piaga, ma è un’occasione per sensibilizzare sul problema, oggi ancora di più, soprattutto alla luce della catena di femminicidi che continua ad attraversare l’Italia. Però, mi chiedo se, oggi, non sia altrettanto urgente affiancare alle manifestazioni simboliche più strumenti concreti a tutela delle donne, con coerenza e continuità, anche negli altri giorni dell’anno. In questo spazio mi impegno a sensibilizzare sul problema della violenza di genere in molti modi, anche in giornate che non vogliono celebrare nulla, un po’ come se il 25 novembre fosse un po’ ogni giorno . Lo faccio soprattutto con le parole, che sono il mio strumento. Tuttavia, troppe parole a volte rischiano di sfociare nella retorica, soprattutto in giornate come questa. Così, oggi ho scelto di usarle n

“Io sono mia”: storie di consapevolezza e rinascita

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« Uscire dalla violenza significa riprendere il controllo della propria vita e delle proprie decisioni. L’unica via di una donna per venire fuori dalla violenza maschile passata, presente e futura è essere e sentirsi libera di fare le proprie scelte, di dire di no, di amarsi prima di amare ».   Dentro queste poche righe c’è tutto Io sono mia , il libro di Luca Martini edito da Capovolte Edizioni .  Non credo si potesse scegliere titolo migliore per raccontare storie di rinascita femminile . Al centro di questo lavoro, infatti, ci sono le donne che si rivolgono ai Centri Antiviolenza e le operatrici che le accolgono: dal libro si solleva un intreccio collettivo di voci, che diventa un racconto corale , mentre sul piano spazio-temporale si avvia  un viaggio dentro i Centri della Rete D.i.Re d’Italia . Due grandi filoni per tante storie Il fulcro del libro è il percorso di uscita dalla violenza , che l’autore ha potuto raccontare innanzitutto mettendosi in ascolto. Si susseguono tante vo

Pubblicità sessista e discriminatoria: un piccolo stop e tante domande

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foto da www.adnkronos.com I n Senato si torna a parlare di identità di genere e sessismo dopo l’affossamento della Legge Zan. A scatenare altre polemiche questa volta è una norma nel dl Infrastrutture , che propone "il divieto di pubblicità che proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, dell'appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all'orientamento sessuale, all'identità di genere, alle abilità fisiche e psichiche".  Il riferimento è a quelle pubblicità che ancora si vedono lungo le strade e sui mezzi pubblici.  Sono stati 190 i voti favorevoli, 34 i contrari. È stata definita una norma “ideologica e volta a limitare la libertà di espressione” : queste le parole del senatore Lucio Malan di Fratelli d’Italia, che con il suo partito ha votato “no” al testo, esteso non solo all’identità di genere, ma anche ai mes

Una diretta Instagram per chi si sente in pericolo in strada

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A quante persone sarà capitato di tornare a casa, magari di notte, da sole, e guardarsi attorno con un po' di apprensione? Soprattutto per le donne non è una situazione nuova.  Secondo i dati Istat del 2018,  in Italia il 15,9% delle donne è stato vittima di  molestie con contatto fisico indesiderato . Quindi non stupisce che il 35,3% delle donne non si senta tutelato quando cammina per strada, in particolare di sera, e il 36,6% addirittura per questo rinunci spesso a uscire. Nel marzo scorso è nato il progetto Donnexstrada, che attraverso i social accompagna le persone che ne hanno bisogno fino al portone di casa o, in casi più gravi, chiede l'intervento delle Forze dell'Ordine sul posto.  Se volete saperne di più, ho raccontato il progetto su News48. con la collaborazione della Vicepresidente Ilaria Saliva.  Non sempre siamo soli.  Una diretta Instagram per chi si sente in pericolo in strada - News48.it Federica Carla Crovella