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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022

Scuola e congedo mestruale: la cronaca attraverso gli occhi della medicina

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Spesso alle ragazze capita di sentirsi dire: “insomma, quante storie, hai le mestruazioni, non sei malata!” In alcuni casi, però, l’appuntamento mensile con il ciclo mestruale può davvero essere invalidante; tanto che, nei giorni scorsi un liceo di Ravenna ha concesso due giorni al mese di assenza alle ragazze che soffrono di dismenorrea . Se presenteranno un certificato medico all’anno che attesti la sindrome, queste assenze non saranno calcolate tra quelle che devono essere tenute in considerazione perché l'anno scolastico risulti valido.  L’iniziativa è la prima in Italia e ha guardato all’estero, in particolare alla Spagna, che prevede per le lavoratrici il   congedo mestruale di tre giorni al mese per le donne con un ciclo mestruale particolarmente doloroso. La proposta è arrivata dalle rappresentanti degli studenti e delle studentesse, per portare anche nella scuola la consapevolezza di come avere le mestruazioni non sia sempre facile. Riconoscere il dolore femminile  P

Un caso di cronaca giudiziaria e un'intervista per dire che "il silenzio non è consenso"

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Un caso di cronaca giudiziaria recente, del tribunale di Milano, potrebbe gettare le basi per superare o ridurre i casi di vittimizzazione secondaria. Risale al 2019, quando una ragazza, dopo una serata sui Navigli resta sola e viene avvicinata da un uomo che le offre un passaggio verso casa, ma poi si reca nel proprio appartamento, dove si consuma la violenza.  La ragazza non ha urlato e non si è opposta; per questo la Procura richiede l'archiviazione del caso. Il gip, però, nei giorni scorsi ha respinto la richiesta, perchè "il silenzio non è consenso", ha detto. Il caso si inserisce in un contesto decisamente difficile, perchè nei tribunali italiani entra ancora molto spesso la vittimizzazione secondaria. Sul fenomeno rimando anche alla ricerca recente dell'Osservatorio dedicato appositamente a questo. Ne ho parlato qui    In che modo questo episodio può determinare un cambio di passo?  Che cosa stiamo sbagliando? Per Il Fatto Quotidiano ho intervistato due esperte

Donne e HIV: combattere lo stigma per arrivare in tempo

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Oggi 1 dicembre è la  Giornata Mondiale  per la  lotta all'HIV Tra il 2012 e il 2021 sono state 6.862 le donne con una nuova diagnosi HIV ; di queste 821 (12%) hanno scoperto di essere HIV positive a seguito di screening per gravidanza o altri controlli legati all’apparato riproduttore. Il 28 novembre 2022 il Ministero della Sanità ha pubblicato gli ultimi  dati sulle nuove diagnosi da Hiv .  Per Il Fatto Quotidiano ho osservato proprio questi dati in ottica di genere ed è emerso un dato che non può passare sotto silenzio: nelle donne il rischio di contrarre la malattia è maggiore, ma  le diagnosi spesso sono tardive.  La causa principale è  legata allo stigma che ancora persiste, che nelle donne pesa il doppio.  Che cosa comporta questo?  Quali sono le possibili soluzioni?  Ho approfondito il tema con Valeria Calvino  Vicepresidente di  Anlaids,  la prima Associazione italiana nata per lottare contro l’HIV.  Link all'articolo  Hiv, Calvino (Anlaids): "Le donne lo scopron