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Scuola e congedo mestruale: la cronaca attraverso gli occhi della medicina

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Spesso alle ragazze capita di sentirsi dire: “insomma, quante storie, hai le mestruazioni, non sei malata!” In alcuni casi, però, l’appuntamento mensile con il ciclo mestruale può davvero essere invalidante; tanto che, nei giorni scorsi un liceo di Ravenna ha concesso due giorni al mese di assenza alle ragazze che soffrono di dismenorrea . Se presenteranno un certificato medico all’anno che attesti la sindrome, queste assenze non saranno calcolate tra quelle che devono essere tenute in considerazione perché l'anno scolastico risulti valido.  L’iniziativa è la prima in Italia e ha guardato all’estero, in particolare alla Spagna, che prevede per le lavoratrici il   congedo mestruale di tre giorni al mese per le donne con un ciclo mestruale particolarmente doloroso. La proposta è arrivata dalle rappresentanti degli studenti e delle studentesse, per portare anche nella scuola la consapevolezza di come avere le mestruazioni non sia sempre facile. Riconoscere il dolore femminile...

Un caso di cronaca giudiziaria e un'intervista per dire che "il silenzio non è consenso"

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Un caso di cronaca giudiziaria recente, del tribunale di Milano, potrebbe gettare le basi per superare o ridurre i casi di vittimizzazione secondaria. Risale al 2019, quando una ragazza, dopo una serata sui Navigli resta sola e viene avvicinata da un uomo che le offre un passaggio verso casa, ma poi si reca nel proprio appartamento, dove si consuma la violenza.  La ragazza non ha urlato e non si è opposta; per questo la Procura richiede l'archiviazione del caso. Il gip, però, nei giorni scorsi ha respinto la richiesta, perchè "il silenzio non è consenso", ha detto. Il caso si inserisce in un contesto decisamente difficile, perchè nei tribunali italiani entra ancora molto spesso la vittimizzazione secondaria. Sul fenomeno rimando anche alla ricerca recente dell'Osservatorio dedicato appositamente a questo. Ne ho parlato qui    In che modo questo episodio può determinare un cambio di passo?  Che cosa stiamo sbagliando? Per Il Fatto Quotidiano ho intervistato ...

Donne e HIV: combattere lo stigma per arrivare in tempo

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Oggi 1 dicembre è la  Giornata Mondiale  per la  lotta all'HIV Tra il 2012 e il 2021 sono state 6.862 le donne con una nuova diagnosi HIV ; di queste 821 (12%) hanno scoperto di essere HIV positive a seguito di screening per gravidanza o altri controlli legati all’apparato riproduttore. Il 28 novembre 2022 il Ministero della Sanità ha pubblicato gli ultimi  dati sulle nuove diagnosi da Hiv .  Per Il Fatto Quotidiano ho osservato proprio questi dati in ottica di genere ed è emerso un dato che non può passare sotto silenzio: nelle donne il rischio di contrarre la malattia è maggiore, ma  le diagnosi spesso sono tardive.  La causa principale è  legata allo stigma che ancora persiste, che nelle donne pesa il doppio.  Che cosa comporta questo?  Quali sono le possibili soluzioni?  Ho approfondito il tema con Valeria Calvino  Vicepresidente di  Anlaids,  la prima Associazione italiana nata per lottare contro l’HIV.  Li...

Osservatorio sulla vittimizzazione secondaria: a che punto siamo?

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Compie un anno l’Osservatorio sulla vittimizzazione secondaria di D.i.r.e. Donne in rete contro la violenza .   Dopo un anno di lavoro è stata presentata la nuova indagine qualitativa dell’Osservatorio, che individua le principali criticità da parte delle istituzioni che si interfacciano con chi subisce violenza. Prima, però, facciamo qualche passo indietro. Quali sono le modalità con cui avviene la vittimizzazione secondaria? Questa la risposta dell’Associazione: non si tengono in considerazione allegazioni e documentazione che provano la violenza  subita dalle donne, che diventa “liti in famiglia”, una formulazione che pone la donna che subisce violenza sullo stesso piano dell’uomo che la agisce; si impongono, anche attraverso l’affidamento ai servizi sociali, forme di mediazione familiare , vietata dalla Convenzione di Istanbul in situazioni di violenza, che espongono donne e minori a gravi rischi di abuso; si  sotto...

Dal tribunale alla carta: “Night Games. Sesso potere e sport” parla anche di consenso e vittimizzazione secondaria

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  L'ultimo libro che ho letto?  Night Games. Sesso potere e sport , edito da 66thand2nd, scritto dalla giornalista Anna Krien . È la cronaca di un processo per stupro che ha chiamato in causa il football australiano, un’indagine dentro e fuori dal tribunale, che non si limita solo a raccontare fatti, ma si propone di fare di più: portare alla luce la  cultura sessista che assimila le donne a oggetti per il desiderio sessuale maschile, provare a ricalcare il confine tra sesso e stupro e il rapporto tra sport e legge, evidenziando le falle della giustizia nel trattare i casi di stupro. Emergono due questioni che, purtroppo, oggi si ritrovano quando si guarda all'informazione e alla giustizia: il confine tra violenza e consenso e la vittimizzazione secondaria. Due temi non semplici, su cui ho scelto di concentrarmi nella recensione per Il Fatto Quotidiano, che ripropongo qui, nel link al pezzo e nel podcast.  Buona lettura   Il lato oscuro dello sport: l'inchiesta ...

Più donne in politica = meno femminicidi. La mia intervista per Il Fatto Quotidiano

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C’è un nesso tra femminicidi e ruoli politici di rilievo assegnati alle donne .  Questa la conclusione di una ricerca molto recente, condotta per conto del  GSSI - Gran Sasso Science Institute , sulla situazione in Italia. Lo studio è a cura della ricercatrice  Daria Denti e della professoressa Alessandra Faggian. Guardando fuori dal nostro paese, sembra che i risultati vadano in questa direzione. Inoltre, uno studio del 2020 considera 28 paesi dell'UE,  si è focalizzato sulle donne immigrate di prima e seconda generazione, a partire dal 2012, e ha confermato c he gli stereotipi di genere sono un fattore di rischio per l’incidenza della violenza di genere.  Con dati e "microfono" alla mano , approfondisco il tema per Il Fatto Quotidiano online.  Buona lettura e buon ascolto.  Link all'articolo  Più donne in politica significa meno femminicidi: i numeri che lo certificano - Il Fatto Quotidiano Link al Podcast  Più donne in politica, meno viole...

Per una traduzione inclusiva: intervista ad Alice Orrù

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foto da pixabay Il 30 settembre di ogni anno si celebra la  Giornata Internazionale della Traduzione. Allora, oggi, ne approfittiamo per parlare del legame che c'è tra la traduzione e l'inclusività. Lo facciamo insieme ad Alice Orrù ,  copywriter freelance, che  lavora con il linguaggio inclusivo, l’accessibilità digitale e le lingue straniere. Che cosa significa tradurre in modo inclusivo e quali benefici potrebbe portare alla professione? Per me significa tenere in considerazione tutte le intersezioni di privilegio e oppressione che ci caratterizzano in quanto persone e poi trovare il modo migliore per incanalarle nei contenuti che traduciamo. In linea generale, adottare una comunicazione inclusiva significa scegliere parole, toni, espressioni che non sono lesivi della dignità e dell’identità delle persone : si tratta di una scrittura che rifiuta il sessismo, il classismo, il razzismo, l’abilismo (cioè la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità) o l...