Un caso di cronaca giudiziaria e un'intervista per dire che "il silenzio non è consenso"


Un caso di cronaca giudiziaria recente, del tribunale di Milano, potrebbe gettare le basi per superare o ridurre i casi di vittimizzazione secondaria. Risale al 2019, quando una ragazza, dopo una serata sui Navigli resta sola e viene avvicinata da un uomo che le offre un passaggio verso casa, ma poi si reca nel proprio appartamento, dove si consuma la violenza. 
La ragazza non ha urlato e non si è opposta; per questo la Procura richiede l'archiviazione del caso. Il gip, però, nei giorni scorsi ha respinto la richiesta, perchè "il silenzio non è consenso", ha detto.

Il caso si inserisce in un contesto decisamente difficile, perchè nei tribunali italiani entra ancora molto spesso la vittimizzazione secondaria. Sul fenomeno rimando anche alla ricerca recente dell'Osservatorio dedicato appositamente a questo. Ne ho parlato qui  


In che modo questo episodio può determinare un cambio di passo? 
Che cosa stiamo sbagliando?


Per Il Fatto Quotidiano ho intervistato due esperte del settore per capire di più.  Ricondivido qui con voi articolo e podcast. 


Link all'articolo Violenza, il silenzio non è consenso: la "lezione" del gip di Milano alla procura - Il Fatto Quotidiano


Link al podcast Violenza, ditelo ai giudici: il silenzio non è consenso (spreaker.com) che trovate anche su spotify. 


Federica Carla Crovella 

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