Quando l’arte rappresenta la fluidità di genere: l'esempio della Fondazione Querini-Stampalia



Alessandro Varatori, La Giustizia e la Pace, Fondazione Querini-Stampalia (Venezia)

Venezia c'è un nuovo allestimento permanente che mette al centro le diversità di genere e contribuisce a riscrivere una parte della storia della Serenissima tra ’500 e ’700. Si tratta della casa-museo della Fondazione Querini-Stampalia. 

Il progetto è nato dalla necessità di reinterpretare il nostro patrimonio artistico e di restare al passo con la trasformazione sociale che, in termini di identità di genere, è molto forte anche nel nostro Paese. Così, il linguaggio da utilizzare e le modalità con cui declinare le informazioni, l’attenzione alle identità, non solo di genere, ma anche linguistiche e territoriali sono diventati elementi fondamentali.

Ci sono pannelli che raccontano alcune tradizioni dell'epoca e c'è la "Sala Mitologica", quella più attenta alle differenze di genere, che attraverso l'arte stessa racconta come fossero rappresentate nella cultura dell'epoca. 

Vi porto con me a "visitare" l'allestimento nell'articolo uscito oggi sul Fatto Quotidiano, dove ho anche intervistato Babet Trevisan, la responsabile del Museo e delle Manifestazioni Culturali della Fondazione. 

Link all'articolo: Un passato più inclusivo: la sfida della Fondazione Querini-Stampalia - Il Fatto Quotidiano

Link al podcast: https://open.spotify.com/episode/4JwsHN2pq1XdEAw5pPT9Fp?si=bylCWkSkR6yOi471BaHfQA 


Federica Carla Crovella

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