L' uso dei femminili nella lingua è sempre empowerment?


Quando parliamo o scriviamo, l'uso del femminile è sempre un aiuto per le donne? Può sembrare una provocazione, ma vuole essere un punto di partenza per riflessioni che non sempre sono immediate. 

La prima riflessione parte da un'altra domanda: che cosa vuol dire empowerment?  Letteralmente il termine significa "aumento del potere", potenziamento". Il "potere" a cui si fa riferimento è quello personale, interiore e la parola rimanda alla possibilità per qualcuno di fare o di essere, caratterizza il rapporto della persona con qualcosa o con qualcuno. 

Secondo l'Oxford Languagesa conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell'ambito delle relazioni personali sia in quello della vita politica e sociale". 

Empowerment linguistico 

La seconda riflessione spinge a chiedersi come si leghi tutto ciò al linguaggio. L'empowerment può essere anche linguistico e si verifica quando anche attraverso le parole si cerca di  rappresentare un cambiamento socio-culturale e decorstruire idee sbagliate o presupposti superati. 

L'uso dei femminili professionali, ad esempio, permette di rappresentare le donne e quindi dar loro la possibilità di emergere - e quidi esistere -  nella percezione di chi fruisce della lingua. Ne avevo parlato quiLo stesso avviene, ad esempio, per le persone non binarie e l'attenzione alla rappresentazione linguistiche di queste identità. 

Ma il linguaggio è sempre empowerment? Ci sono casi in cui, sia il femminile sia più in generale le forme inclusive, non vengono usate a scopo costruttivo e con obiettivi "nobili" e questo conduce al risultato opposto; ovvero ristabilire più o meno consapevolmente un ordine patriarcale. 

Trappole e uso del femminile

Siamo immersi in una società in cui spesso la donna è ancora considerata inferiore all'uomo. Buona parte della responsabilità è degli stereotipi insiti nella società, ma forse non è solo questo. Questo pregiudizio può essere indotto anche da alcuni libri di grammatica, che spesso comunicano ancora l'idea che per il femminile possano essere accettate le declinazioni al maschile. 

Che cosa succede oggi? Per molte donne l'uso del femminile nelle professioni è un autosabotaggio, ma si tratta di una credenza sbagliata, imposta proprio dalla società. Spesso, anche laddove il soggetto sia una donna, usare la declinazione al maschile trasmette l'idea di un maggior privilegio e più credibilità e, di conseguenza, viene scelto anche dalle donne per definirsi. Bisogna stupirsi di questo? Non così tanto, perchè il patriarcato viene respirato e assimilato anche dalle donne, che non sempre ne prendono poi le distanze.Di conseguenza, a volte le donne fanno questa scelta perchè sono consapevoli di essere inserite in una sociatà in cui non è il loro genere ad essere preso più sul serio. Avevo approfondito il tema anche qui

Oggi l'uso del femminile appare come uno strumento per rappresentare ruoli nuovi - come nel caso delle professioni di rilievo estese alle donne -  e per rappresentare i risvolti sociali anche con il linguaggio, in particolare l'affermazione delle donne nella società. Come viene usato? Viene in aiuto uno studio della Professoressa Federica Formato, docente di sociolinguistica all'Università di Brighton, che osserva  diversi usi del femminile sui giornali, in tv e in politica. Dalla sua ricerca emerge che la declinazione delle professioni al femminile è statisticamente più frequente in tutti quei casi in cui c'è la volontà di attaccare la persona o quando nei dibattiti si verifica uno scontro tra le parti. Quindi, ne consegue che spesso il femminile professionale è usato, ma con un intento denigratorio o ironico, oppure con la volontà di attaccare. 

Un altro modo di denigrare l'uso del femminile e, di conseguenza, le donne è utilizzare questa forma con meno ufficialità rispetto il maschileIl nome e cognome femminile viene anticipato dall'articolo e questo uso trasmette un'idea di oggettificazione della donna. Questo uso del femminile però non corrisponde allo stesso uso che si fa del maschile; infatti, davanti al maschile nella maggioranza dei casi l'articolo non c'è. Perchè, ad esempio, si dice "la Boldrini" e non "il Renzi"? Allo stesso modo, espressione apparentemente corretta,  "La Ministra Azzolina" corrisponde l'uso di "Il Ministro dell'Istruzione Bianchi". 

Federica Carla Crovella


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