Per un 8 marzo più costruttivo



Nel 2021 l'Italia ha registrato 116 femminicidi. Nel 2020 il 98% di chi ha perso il lavoro a causa della pandemia è donna. 

I dati, le statistiche e le storie ci dicono che le donne sono ancora discriminate e vittime di violenza: quindi, che cosa c'è da festeggiare esattamente? 

8 marzo costruttivo nelle parole e nei gesti 

Oggi non è la Festa della Donna. Oggi è la Giornata Internazionale della Donna. Vi chiedete che cosa cambia? Cambia eccome. Non è una festa, non è una ricorrenza da celebrare: questo è il significato che ha assunto negli ultimi tempi, diventando, come tante altre date da calendario, la vittoria del consumismo. Quante mimose si vendono l'8 marzo? Allora, è più costruttivo non parlare di festa e seguire l'esortazione di Agostino Degas:
"Per l’8 marzo lasciamo le mimose sulle piante, a vivere e a fiorire. E alle Donne regaliamo ogni giorno ciò che non appassisce mai: tenerezza, rispetto e amore".

Dentro l'idea stessa che le donne si debbano festeggiare, si nasconde una forma subdola di sessismo benevolo. Di che cosa si tratta? Comunemente potremmo definirlo "galanteria", ovvero, un insieme di atteggiamenti e parole rivolti alle donne, più difficili da identificare come offensivi, in quanto non espliciti, in cui si nascondono dei trattamenti preferenziali, messi in atto nei confronti delle donne in quanto considerate socialmente svantaggiate rispetto all'uomo. Lo scopo di questo tipo di sessismo è chiaro: ristabilire, apparentemente, l'equità, attraverso modalità comunque sessiste, in quanto stereotipizzano le donne. 

Quali sono gli atteggiamenti galanti e le parole spie del sessismo benevolo? 

Ci avete mai fatto caso? In questa giornata in particolare, ci sono due esempi palesi: nei locali le donne entrano gratis, alle donne sono riservati sconti da far girae la testa. Perchè, poi, negli altri giorni dell'anno, le donne si lasciano a casa dal lavoro? 

C'è l'idea che sia galanteria aprire la portiera della macchina alle donne, pagare loro la cena a tutti i costi, cedere loro il passo e tenere la porta aperta, ma a che cosa serve tutto questo se poi si pensa che alle donne sia destinata una posizione subalterna rispetto all'uomo? Se il posto riservato alla donna è la casa e il lavoro destinato al genere femminile è quello di cura? Determinati atteggiamneti funzionano solo se sono supportati da una certa visione della realtà, che non vada in direzione diametralmente opposta. In caso contrario, questi atteggiamenti rivelano soltanto che, secondo il pensiero comune, le donne devono essere oggetto di protezione da parte dell'uomo, protezione dietro cui si nasconde il possesso.

Quali sono le parole intrise di sessimo benevolo? Sono "le donne per bene" e "le donne con le palle", "le donne che hanno una marcia in più", sono "le donne che sono poesia".  necessariamente, attribuire uno status sociale superiore a quello che hanno nella realtà secondo la concezione dei più. 

8 marzo costruttivo nei valori e nei messaggi 

Il primo passo per vivere questa giornata in modo più costruttivo è riscoprirne il senso: questa giornata deve tornare ad essere un'occasione di riflessione per capire a che punto siamo in fatto di parità e dovrebbe riacquisire il valore sociale e anche politico, che aveva in passato. Se ciò non accade, ma si continua a raccontare "la festa della donna", a fare gli auguri a qualsiasi persona di genere femminile ci capiti a tiro, a regalare mimose e cioccolatini... meglio non fare nulla. Sia che siamo freelance sia che siamo dipendenti o un' azienda, se l'8 marzo si spendono tante parole per celebrare le donne, che, però, finiscono nel  dimenticatoio negli altri giorni dell'anno, rimeniamo coerenti anche oggi, non facciamo marketing. Nulla di tutto questo darà alle donne la parità che meritano. 

Lo scopo dell'8 marzo non è parlare di quanto siano belle e forti le donne, ma dare voce alle forme di violenza che ancora oggi colpiscono le donne ma non trovano voce. Accade ancora che le donne non possano decidere che cosa fare dei loro corpi, in diverse parti del mondo e anche in Italia. Ancora oggi in molte parti del mondo persiste la cultura partiarcale secondo cui le donne sono una proprietà di altri: smantellare questa logica è l'obettivo reale di questa giornata. 

Può essere costruttivo anche raccontare quelle donne e quelle realtà che hanno contribuito a cambiare in meglio la condizione femminile, per far crescere in ciascuno di noi la consapevolezza di poter avere un reale impatto sulla realtà. Osservare la realtà e ascoltare le storie permette di  capire che, nonostante oggi si parli di più di parità di genere e si cerchi di osservare l'impatto della politica sulla vita delle donne, non è ancora un obiettivo raggiunto.  La cosa fondamnetale, però, è che tutto ciò che si racconta l'8 marzo - e non solo oggi -  non venga percepito come un segno di debolezza. Insomma, questa occasione di riflessione collettiva deve servire soprattutto a chi sente ancora il problema della parità di genere come marginale e non rilevante e alle donne stesse, non per sentirsi in una posizione subalterna, ma per rivendicare i loro diritti. 

Donne e uomini hanno un trattamento diverso da parte della società. Questo accade quando si tratta di salute, di lavoro, di famiglia e in tanti altri ambiti. Di fatto, quando guardiamo una persona che riconosciamo come donna, il nostro modo di rapportarci cambia rispetto a quello che usiamo quando ci troviamo davanti un uomo. Questo accade perchè subentrano i bias di genere, che sono pregiudizi, appunto legati al genere, basati su stereotipi, ovvero  "opinioni precostituite su persone o gruppi, che prescindono dalla valutazione del singolo caso e sono frutto di un antecedente processo d’ipergeneralizzazione e ipersemplificazione della realtà", dice la Treccani.  In questo caso, al genere femminile si attribuiscono caratteristiche che non rispecchiano la realtà, ma sono generalizzazioni approssimative e "comode". Quando ci muoviamo sulla base degli stereotipi? Soprattutto, ma non esclusivamente, quando si tratta di  donne non visibili, che non ricoprono posizioni di spicco, e che magari hanno anche altre caratteristiche per cui vengono discriminate. Un esempio? Il colore della pelle.  Un altro passo, fondamnetale, per avere un approccio più costruttivo è essere consapevoli dei nostri bias cognitivi legati al genere e non lasciare che ci condizionino. 

Rimando al lavoro dell'agenzia Comunicattive, per consigli pratici e utili su come comunicare l'8 marzo Otto Marzo: se vuoi fare una campagna sociale o un post fermati un attimo. Comunicattive

Federica Carla Crovella 

Commenti

Post popolari in questo blog

ddl del Governo contro la violenza sulle donne: dove ci porterà? Il parere legale

La violenza ostetrica esiste: dati e indicazioni per riconoscerla

Dove non mi hai portata: un libro-inchiesta in cui una figlia "dà alla luce" la propria madre