Non per me sola: lo sguardo delle scrittrici sul mondo

Non per me sola Valeria Palumbo

Non per me sola: ti
tolo che già parla da sé ed esprime la volontà di uscire dal proprio io e fare qualcosa per qualcuno. Questo qualcosa è raccontare le donne.

Dar voce alla storia delle donne 

«Perché una storia delle italiane che prenda avvio dai romanzi, e in particolare da quelli scritti da donne?» 

Il saggio di Valeria Palumbo risponde già nelle prime pagine, o almeno così sembra. Perché le donne hanno scritto e raccontato il mondo, proprio come gli uomini, ma poi sono state dimenticate, rappresentate troppo spesso solo dallo sguardo maschile, tenute a margine. Lo conferma il fatto che, ancora oggi, il canone letterario continui ad essere costituito prevalentemente da autori. 

Ma l'autrice dà anche un’altra motivazione, che credo sia quella fondamentale:
«ciò che più conta è che le scrittrici hanno raccontato in modo diverso fenomeni sui quali gli uomini sono riusciti a imporre il proprio bizzarro e spesso incompetente monopolio culturale»
L’obiettivo, allora, è duplice: mostrare lo sguardo delle autrici sul mondo e far sentire al mondo la loro voce.

La risposta, però, si fa sempre più completa e interessante procedendo con la lettura, quindi non fermatevi. Il libro procede per temi e, capitolo dopo capitolo, lascia spazio ad autrici diverse lungo la strada tracciata da un argomento specifico. La cornice è tracciata dalla voce narrante principale, quella di Palumbo, che orchestra i passaggi da una scrittrice all’altra.



Non è un romanzo, anche se a tratti sembra quasi che lo sia, ma un saggio, in cui emerge chiaramente il lavoro di ricerca e lo studio delle fonti che c'è dietro il lavoro; infatti, oltre ad analizzare e confrontare tra loro diversi testi e diverse autrici, l’autrice si sofferma anche sul contesto storico e giuridico in cui i testi sono inseriti.

Strade già note, sentieri sconosciuti, salti poco convenzionali

Vediamo qualcuno dei temi trattati?

 Il primo capitolo racconta il rapporto delle donne con gli uomini di famiglia, in particolare padri e fratelli; il secondo parla d’amore coniugale e di come molte scrittrici abbiano ribaltato le logiche dominanti, ma anche di come, faticosamente, siano riuscite a inserire nei loro libri l’omosessualità. Poi si parla di donne e lavoro, di donne e limitazioni della libertà e tanto altro. Non vorrete certo che vi riveli tutto qui, no?

Spesso presenta libri e autrici conosciuti, ma non teme di inoltrarsi anche in epoche e contesti letterari poco conosciuti. Per esempio, chi conosce Veronica Franco? Io, per pura fortuna sì, grazie a un esame universitario, ma probabilmente, pochi lettori e poche lettrici sapranno che si sta parlando di una poetessa del 1500.

Il fatto che molte letture e molte autrici non siano particolarmente note non è un male, perché può essere un’occasione per appuntarsi nuovi titoli, scoprire nuove scrittrici e avere preziosi consigli di lettura.

Certo, chi si avvicina a questo libro dev’essere consapevole fin da subito che qualche passaggio potrebbe non essere così immediato.  Infatti, per quanto le trame dei libri siano riassunte e contestualizzate accuratamente, non risulta sempre facile orientarsi tra storie e personaggi che magari non si conoscono. A tratti, forse si rischia di perdere il filo del discorso, ma se si riesce ad andare oltre la singola trama e il singolo libro, guardando più in là e focalizzandosi sul tema trattato, si recuperano velocemente le redini. Del resto, l’obiettivo principale del libro non sono i libri, scusate il gioco di parole, ma le voci femminili.

Ho apprezzato l’alternanza tra gli stralci di testo tratti dai romanzi, che permettono di entrare dentro le storie, e le parti di riflessione e analisi: credo sia una componente che rende stimolante e interessante la lettura. Sono inaspettati, poco convenzionali e molto coinvolgenti alcuni “salti” dalla letteratura a vari altri contesti della società odierna, come lo sport o il viaggio, come per esempio nel quarto capitolo, dove si parla della libertà delle donne. Mi sembra una soluzione curiosa ed efficace per tenere alta l’attenzione e accompagnare chi legge in un viaggio tra passato e presente.

A chi consigliare il libro di Valeria Palumbo?

Non credo si possa proporre a chiunque, proprio perché focalizzato su testi, temi e contesti che non sono motivo d’interesse per tutte le lettrici e tutti i lettori. Valeria Palumbo è Laureata in Scienze Politiche, autrice di numerosi saggi sulla condizione femminile, giornalista e storica delle donne, tra le maggiori conoscitrici della storia delle donne e dei loro diritti. Serve una grande passione per la letteratura, la storia e il diritto per leggere questo contributo con l’attenzione e la “fame” che merita. Consigliato e consigliabile sicuramente non solo ad appassionate e appassionati, ma certamente a docenti di lettere, storia e diritto, che magari possano proporlo alle classi di scuola superiore – e università –, dando il supporto necessario per recepirlo nel modo giusto. Questo indubbiamente può aiutare le generazioni future a scoprire la voce e lo sguardo delle scrittrici, accanto agli scrittori e può quel canone letterario ancora poco attento e aperto alle donne.

Federica Carla Crovella

 

 

 

Commenti

Post popolari in questo blog

ddl del Governo contro la violenza sulle donne: dove ci porterà? Il parere legale

La violenza ostetrica esiste: dati e indicazioni per riconoscerla

La salute mentale delle madri sta bene?