Non per me sola: lo sguardo delle scrittrici sul mondo
Non per me sola: titolo che già parla da sé ed esprime la volontà di uscire dal proprio io e fare qualcosa per qualcuno. Questo qualcosa è raccontare le donne.
Dar voce alla storia delle donne
«Perché una storia delle italiane che prenda avvio dai romanzi, e in particolare da quelli scritti da donne?»
«ciò che più conta è che le scrittrici hanno raccontato in modo diverso fenomeni sui quali gli uomini sono riusciti a imporre il proprio bizzarro e spesso incompetente monopolio culturale».
La risposta, però, si fa sempre più completa e interessante procedendo con la lettura, quindi non fermatevi. Il libro procede per temi e, capitolo dopo capitolo, lascia spazio ad autrici diverse lungo la strada tracciata da un argomento specifico. La cornice è tracciata dalla voce narrante principale, quella di Palumbo, che orchestra i passaggi da una scrittrice all’altra.
Strade già note, sentieri sconosciuti, salti poco convenzionali
Vediamo qualcuno dei temi trattati?
Il primo capitolo racconta il rapporto delle donne con gli
uomini di famiglia, in particolare padri e fratelli; il secondo parla d’amore
coniugale e di come molte scrittrici abbiano ribaltato le logiche dominanti, ma
anche di come, faticosamente, siano riuscite a inserire nei loro libri
l’omosessualità. Poi si parla di donne e lavoro, di donne e limitazioni della
libertà e tanto altro. Non vorrete certo che vi riveli tutto qui, no?
Spesso presenta
libri e autrici conosciuti, ma non teme di inoltrarsi anche in epoche e
contesti letterari poco conosciuti. Per esempio, chi conosce Veronica
Franco? Io, per pura fortuna sì, grazie a un esame universitario, ma probabilmente,
pochi lettori e poche lettrici sapranno che si sta parlando di una poetessa del
1500.
Il fatto che molte letture e molte autrici non siano particolarmente note non è un male, perché può essere un’occasione per appuntarsi nuovi titoli, scoprire nuove scrittrici e avere preziosi consigli di lettura.
Certo, chi si avvicina a questo libro dev’essere consapevole fin da subito che qualche passaggio potrebbe non essere così immediato. Infatti, per quanto le trame dei libri siano riassunte e contestualizzate accuratamente, non risulta sempre facile orientarsi tra storie e personaggi che magari non si conoscono. A tratti, forse si rischia di perdere il filo del discorso, ma se si riesce ad andare oltre la singola trama e il singolo libro, guardando più in là e focalizzandosi sul tema trattato, si recuperano velocemente le redini. Del resto, l’obiettivo principale del libro non sono i libri, scusate il gioco di parole, ma le voci femminili.
Ho apprezzato
l’alternanza tra gli stralci di testo tratti dai romanzi, che permettono di
entrare dentro le storie, e le parti di riflessione e analisi: credo sia una
componente che rende stimolante e interessante la lettura. Sono inaspettati,
poco convenzionali e molto coinvolgenti alcuni “salti” dalla letteratura a
vari altri contesti della società odierna, come lo sport o il viaggio, come
per esempio nel quarto capitolo, dove si parla della libertà delle donne. Mi sembra
una soluzione curiosa ed efficace per tenere alta l’attenzione e accompagnare
chi legge in un viaggio tra passato e presente.
A chi consigliare
il libro di Valeria Palumbo?
Non credo si possa
proporre a chiunque, proprio perché focalizzato su testi, temi e contesti che
non sono motivo d’interesse per tutte le lettrici e tutti i lettori. Valeria
Palumbo è Laureata in Scienze Politiche, autrice di numerosi saggi sulla
condizione femminile, giornalista e storica delle donne, tra le maggiori
conoscitrici della storia delle donne e dei loro diritti. Serve una grande passione
per la letteratura, la storia e il diritto per leggere questo contributo con
l’attenzione e la “fame” che merita. Consigliato e consigliabile sicuramente
non solo ad appassionate e appassionati, ma certamente a docenti di lettere,
storia e diritto, che magari possano proporlo alle classi di scuola superiore –
e università –, dando il supporto necessario per recepirlo nel modo giusto. Questo indubbiamente può aiutare
le generazioni future a scoprire la voce e lo sguardo delle scrittrici, accanto
agli scrittori e può quel canone letterario ancora poco attento e aperto
alle donne.
Federica Carla
Crovella
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