Non solo il 25 Novembre: dati, numeri, strumenti
Nei giorni scorsi mi sono chiesta se scrivere, che cosa e come, in occasione della giornata di oggi.
Perchè scriverne? La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne non cura questa piaga, ma è un’occasione per sensibilizzare sul problema, oggi ancora di più, soprattutto alla luce della catena di femminicidi che continua ad attraversare l’Italia. Però, mi chiedo se, oggi, non sia altrettanto urgente affiancare alle manifestazioni simboliche più strumenti concreti a tutela delle donne, con coerenza e continuità, anche negli altri giorni dell’anno.
In questo spazio mi impegno a sensibilizzare sul problema della violenza di genere in molti modi, anche in giornate che non vogliono celebrare nulla, un po’ come se il 25 novembre fosse un po’ ogni giorno. Lo faccio soprattutto con le parole, che sono il mio strumento. Tuttavia, troppe parole a volte rischiano di sfociare nella retorica, soprattutto in giornate come questa. Così, oggi ho scelto di usarle non per esprimere concetti o pareri personali, ma per veicolare informazioni, concrete e pratiche, che possono tornare utili non solo oggi, ma ogni volta che ce ne sia bisogno.
contatti,
dati e numeri utili, oggi e sempre.
A chi sono destinati?
- a chiunque voglia documentarsi, informarsi e aggiornarsi sullo stato del problema in Italia.
- a chi cerchi punti di riferimento e strumenti sul territorio.
La fonte dei dati che seguono è il Sito ufficiale del Ministero della Salute, che restituisce un quadro del problema sul territorio italiano e riferimenti utili.
Qualche dato: i numeri della violenza contro le donne
- Nel mondo la
violenza contro le donne interessa 1 donna su 3.
- In
Italia i dati ISTAT mostrano che il 31,5% delle
donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche
forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza
sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati
commessi nel 62,7% dei casi da partner.
- Secondo
il Rapporto Istat 2018 sulle vittime di omicidi il 54,9% degli omicidi di
donne sono commessi da un partner o ex partner, il 24,8% da parenti,
nell’1,5% dei casi da un’altra persona che la vittima conosceva (amici,
colleghi, ecc.)
Questi dati evidenziano le gravi dimensioni
del fenomeno, che costituisce un rilevante problema di sanità pubblica,
oltre che una violazione dei diritti umani.
Violenza e accessi delle donne in Pronto Soccorso
Nel triennio 2017-2019, secondo le risultanze
dell’analisi condotta dal ministero della Salute e dall’Istat sugli accessi delle donne in Pronto soccorso, rilevati dal Sistema informativo per il
monitoraggio dell’assistenza in Emergenza-Urgenza (EMUR), per approfondire la
conoscenza del fenomeno della violenza di genere, le donne che hanno
avuto almeno un accesso in Pronto Soccorso con l’indicazione di diagnosi
di violenza sono 16.140 per un numero totale di accessi in Pronto Soccorso
con l’indicazione di diagnosi di violenza nell’arco del triennio pari a 19.166
(1,2 accessi pro capite).
Dai dati di accesso al Pronto Soccorso è emerso che le
stesse donne nell’arco del triennio hanno effettuato anche altri accessi in
Pronto Soccorso con diagnosi diverse da quelle riferibili a violenza.
Complessivamente il numero pro-capite di accessi per queste donne, a
prescindere dalla diagnosi, è superiore a 5 e nella classe di età 18-44 anni è
superiore a 6. Questo significa che una donna che ha subito violenza
nell’arco del triennio torna in media 5/6 volte in Pronto Soccorso.
Analizzando i dati per fasce d'età si rileva che:
- il 57% degli
accessi è di donne che hanno tra 18 e 44 anni
- il 24,4% hanno
tra 45 e 64 anni,
- le minorenni costituiscono
il 14,3% del totale
- le
donne con più di 64 anni sono il 4,3%.
La violenza contro le donne e la pandemia Covid-19
Laddove le famiglie sono più a stretto contatto e
trascorrono più tempo assieme, come avvenuto durante l’attuale pandemia,
aumenta il rischio che le donne e i figli siano esposti alla violenza soprattutto
se in famiglia vi sono gravi perdite economiche o di lavoro. Man mano che le
risorse diventano più scarse, possono aumentare anche forme di abuso, di potere
e di controllo da parte del partner. I dati ISTAT indicano che
le chiamate al numero antiviolenza 1522 nel periodo 1
marzo-16 aprile 2020 sono state 5.031, il 75% in più rispetto al
medesimo periodo del 2019.
Nel periodo marzo - ottobre 2020, quindi durante la
pandemia da Covid-19, i dati Istat sulle chiamate al numero verde antiviolenza 1522 (promosso e
gestito dal Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del
Consiglio) evidenziano che il numero delle chiamate valide sia telefoniche sia
via chat è notevolmente cresciuto rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente (+71,7%), passando da 13.424 a 23.071. La crescita
delle richieste di aiuto tramite chat è triplicata passando da 829 a 3.347
messaggi. Tra i motivi che inducono a contattare il numero verde raddoppiano le
chiamate per la “richiesta di aiuto da parte delle vittime di violenza” e le
“segnalazioni per casi di violenza” che insieme rappresentano il 45,8% delle
chiamate valide (in totale 10.577). Nel periodo considerato, rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente, esse sono cresciute del 107%. Crescono
anche le chiamate per avere informazioni sui Centri Anti Violenza (+65,7%).
Inoltre, tra gli effetti dell’emergenza COVID-19 è da segnalarsi un aumento del consumo di alcol nel medio e lungo periodo, importante fattore di rischio diretto, per il suicidio, ma anche indiretto, perché possibile trigger di violenza domestica.
I servizi del Sistema sanitario nazionale italiano
In Italia il Servizio Sanitario Nazionale garantisce alle
donne, alle coppie e alle famiglie, le prestazioni e i servizi finalizzati alla
prevenzione, all’individuazione precoce e all’assistenza nei casi di violenza
di genere e sessuale. In particolare per la tempestiva e adeguata presa in
carico delle donne vittime di violenza che si rivolgono al Pronto Soccorso sono
state adottate le specifiche LineeGuida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema disoccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza.
Poiché spesso, però, la violenza rimane nascosta, al fine di individuarne il
più rapidamente possibile i segni è importante rafforzare le competenze degli
operatori sociosanitari che entrano in contatto con le vittime, mediante
specifici programmi di formazione.
A tal fine, nel periodo 2019-2020, il Ministero della
Salute, con l’Istituto Superiore di Sanità, ha aggiornato ed esteso a tutti i Pronto
Soccorso presenti sull’intero territorio nazionale
il Programma di Formazione a
distanza (FAD) “Prevenzione e contrasto della violenza di genere
attraverso le reti territoriali” (Seconda edizione), precedentemente messo
a punto ed erogato in quattro Regioni italiane (Sicilia, Campania, Lazio,
Lombardia). Il corso, erogato attraverso la piattaforma www.eduiss.it, è stato
indirizzato ai professionisti sanitari e agli assistenti sociali dei Pronto
Soccorso impegnati in interventi di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza
per le donne che subiscano violenza.
Dei 651 Pronto Soccorso presenti in Italia,
hanno aderito al programma formativo a distanza 642 Pronto
Soccorso, di questi il 97,7% ha avuto almeno un dipendente/professionista che
ha concluso l’intero programma formativo.
Hanno partecipato complessivamente 26.347
professionisti; si tratta per il 51,8% di "operatori sanitari dell’area
infermieristica-ostetrica", per il 15,5% di "operatori sanitari
impegnati nell’area tecnico-assistenziale", per il 13,7% di
"medici"; per il 4,5% di "psicologi"; hanno anche
partecipato figure professionali non sanitarie (4%): "assistenti
sociali", "avvocati", "giuristi".
Punti di riferimento e strumenti sul territorio
Chi è vittima di violenza può contattare i seguenti numeri
telefonici e/o App dedicate e/o strutture indicate:
- numero rosa gratuito
antiviolenza e anti stalking 1522 che fornisce assistenza e
supporto tutti i giorni 24 ore su 24.
- App
1522, disponibile su IOS e Android, che consente alle donne di chattare
con le operatrici. E' possibile chattare anche attraverso il sito ufficiale del numero anti
violenza e anti stalking 1522.
- App
YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di
spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si
consumano tra le mura domestiche. Tramite questa App è possibile
trasmettere in tempo reale messaggi agli operatori della Polizia di Stato.
È possibile telefonare direttamente dall’App al numero unico di emergenza
112; nel caso questo non sia attivo risponderà la sala operativa 113 della
Questura.
- Centri
Antiviolenza. Consulta la Mappa
dei centri anti-violenza per trovare quello più vicino.
- Pronto
Soccorso, soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non
procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso oltre a
fornire le cure necessarie sapranno indirizzare la persona vittima di
violenza verso un percorso di uscita dalla violenza.
- Farmacie, per
avere informazioni se non si ha la possibilità di contattare subito i
Centri antiviolenza o i Pronto soccorso.
- Telefono
Verde AIDS e IST 800 861061 se hai subito violenza sessuale.
Personale esperto risponde dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle ore
18.00. Puoi accedere anche al sito www.uniticontrolaids.it.
- 112:
chiamare il numero di emergenza senza esitare, né rimandare:
- in
caso di aggressione fisica o minaccia di aggressione fisica;
- se
si è vittima di violenza psicologica;
- se
si sta fuggendo con i figli (eviti in questo modo una denuncia per
sottrazione di minori);
- se il maltrattante possiede armi.
«Uscire dalla violenza significa riprendere il controllo della propria vita e delle proprie decisioni. L’unica via di una donna per venire fuori dalla violenza maschile passata, presente e futura è essere e sentirsi libera di fare le proprie scelte, di dire di no, di amarsi prima di amare». – Io sono mia – di Luca Martini (Capovolte Edizioni).
Federica Carla Crovella
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