Istituita la Commissione Equity in Health: indaga il legame tra genere e patologie, per migliorare la salute femminile


La diversità tra uomo e donna dal punto di vista biologico è innegabile. 
Quando si tratta di patologie e terapie mediche, si dovrebbe tenere conto di queste peculiarità legate al genere: a volte possono influire sulla buona salute delle persone. 

La società italiana di farmacologia nel 2016 ha condotto uno studio sulle sperimentazioni dei farmaci che tengono conto anche delle donne e sul risvolto sul loro fisico. Ebbene, i numeri non sono rincuoranti. Sono solo il 30%, di cui il  24,9% di medicinali legati a malattie respiratorie e il 27,8 % per malattie cardiovascolari e renali. 

A che punto siamo oggi?

Parliamo del 2016. Da lì, in Italia qualche passo è stato fatto... 
L'ultimo risale al maggio scorso, quando è stata istituita la Commissione Equity in Health. 

Che cosa vuole fare? 

Discutere, a livello mondiale, l’impatto del “genere in medicina”, tenendo conto di variabili biologiche, ma anche ambientali, culturali e socio-economiche. 

Credo che la necessità di cercare ancora oggi la parità di genere, anche in ambito sanitario, sia il segnale, o meglio, uno dei tanti, di quanto ancora sia lunga la strada da fare, ma gli obiettivi della nuova commissione sono ambiziosi e fanno ben sperare. 

Ecco un mio approfondimento su questa e altre iniziative, che sembra stiano determinando un graduale cambio di passo. Però non dobbiamo fermarci. 


Federica Carla Crovella 

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