Armanda Guiducci: una saggista dalla parte delle donne
Quando è arrivato il momento di scegliere l'argomento della mia tesi di laurea non ho avuto dubbi, nemmeno per un attimo. Volevo contribuire agli studi di genere.
Poi ho "incontrato" un
libro, intitolato La Mela e Il Serpente, scritto da una certa Armanda
Guiducci. Prima pubblicazione: 1974. Edito da Rizzoli.
«Non ha importanza come io mi chiami. Né a chi appartengano le vicende raccontate (storie dell’infanzia e maturità di una donna). Appartengono credo a moltissime. Non sono autobiografia, sono un campione d’esistenza al femminile. Ogni ragazza dell’Occidente percorre infatti fasi obbligate dello sviluppo fisico e psichico. Importante, è questo modello imposto e comune.
Rifletto sul destino della donna e mi domando: da dove proviene la forza prepotente che ci costringe a seguire quel modello? Che ci impone di recitare, con la convinzione di prime attrici, una parte secondaria nell’esistenza sociale? Che ci suggerisce di dire “io” a bassa voce?
Risalgo ad Eva, la mela e il serpete, e discendo dentro me stessa.
Fugo dietro le istituzioni sociali, dietro i tabù del sesso, nell’inconscio maschile. Ma fugo anche nel mio inconscio che pullula di immagini compiacenti, deformate, della Femminilità. E mi sforzo di toccare il fondo, di snidare quanto di ancora inconfessato giace nel ripostiglio della mia bell’anima tradizionale.
Spero che nessuno si scandalizzerà. La missione materna della donna si avvia alla fine. Offro questo documento non solo teorico in modesto contributo alla lotta della donna contro se stessa».
Queste parole mi hanno come stregata. Forse in quel momento della mia vita avevo bisogno proprio ciò che Armanda Guiducci ha voluto trasmettere con questo libro: la solidarietà tra donne, accomunate da un certo destino, ma anche dalla possibilità di ribaltarlo.
Che fare?
Era milanese d'adozione...
- ho fatto la valigia
- ho preso il treno
- sono andata nella sua città a setacciare gli archivi e le biblioteche, per scoprire qualcosa di più.
A Milano ho parlato con una parente ancora
viva, che mi ha raccontato di quanto fosse ribelle fin da bambina, del suo
sentirsi femminista da sempre, ma sempre a modo suo, in modo diverso rispetto
ad altre donne: l’ha definita «femminista impura».
Sono partita proprio da La Mela e il Serpente, che ho adorato dalla prima all’ultima pagina. Poi è iniziato un percorso dentro gli altri saggi, che però sono anche un po’ romanzi, tutti sulla questione femminile.
Per me è stato come ridarle la vita, ma mentre lo facevo, lei ha fatto nascere qualcosa dentro di me: la volontà di stare, a mia volta, dalla parte delle donne, convinta di poter contribuire a cambiare le cose, proprio come lei.
Era saggista, ma anche giornalista. Ha scritto tanti articoli,
per tante riviste e periodici, non solo sulla questione femminile, ma su
un’infinità di argomenti (e non è un eufemismo).
Dire che è stata una figura eclettica è dire poco: scrittrice,
giornalista, filosofa e antropologa, sempre dalla parte delle donne, ma sempre
pronta anche a bistrattarle quelle donne, se necessario.
La malattia l’ha uccisa prematuramente, nel 1992… proprio
quando sono nata io. Sarà un caso? Chissà, mi piace pensare di no.
Ma perché sto qui a raccontarvela? In poche pagine non sarebbe
possibile.
Il mio lavoro è stato pubblicato dal CIRSDe - Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi delle Donne e di Genere dell'Università di Torino – che ringrazio per questa meravigliosa opportunità.
Dove? Nella Collana editoriale "Studi di Genere. Quaderni di Donne &
Ricerca".
Ve lo lascio qui, se vi venisse voglia di scoprire di più di
lei.
Se così fosse… buona lettura!
Federica Carla Crovella
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