Gender gap e discipline STEM: due voci e due storie vincenti
Quando si parla di gender gap nelle discipline STEM, spesso ci si appoggia a dati e statistiche per mostrare quanto, nonostante i passi in avanti, ancora oggi la presenza delle donne in ambito scientifico non sia ancora per nulla comparabile a quella degli uomini.
Per
la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza 2023, però,
non ho scelto la strada delle statistiche, ma quella delle storie. Ho
intervistato due donne che hanno studiato e lavorato in ambito STEM, da
sempre consapevoli delle proprie passioni, che oggi hanno dato vita a due
progetti intrisi del loro amore per la scienza.
Hanno
in comune proprio la passione per la scienza, ma il loro vissuto in ambito Stem
e la loro esperienza con gender gap, pregiudizi e stereotipi è diversa. Due percorsi differenti, per arrivare alla stessa conclusione: le donne possono realizzarsi anche in ambito scientifico e combattere per questo non può e non dev'essere utopia.
Un'intervista doppia , per un solo obiettivo
Patrizia Casali ha studiato ingegneria biomedica e ha lavorato per diversi anni nel mondo dell’innovazione. Oggi unisce due grandi passioni, come scrive sul suo sito: "da sempre combattuta tra la fisica e lo yoga, ha recentemente scoperto che non esiste troppa distanza tra i due mondi". Mi racconta della sua passione per lo Yoga e di quella per la scienza, di come l’una le abbia permesso di trovare sé stessa e superare i momenti difficili e di come la scienza sia stata la chiave per “potenziare la mente”, dice. “L'unione delle due cose è Vita!” e in una sola frase dice tutto. Poi mi racconta del suo progetto attuale “si chiama TwoSlowSouls e lo porto avanti insieme a un'altra magnifica Donna, Benedetta Muratori. È un progetto di Slow Living che si occupa di diffondere una filosofia quotidiana lenta e un po’ magica, attraverso un blog, oggetti ed esperienze”.
Durante
la sua formazione ha mai provato il cosiddetto Dream Gap e ha avuto persone che
hanno ostacolato la sua propensione per le materie scientifiche?
Patrizia
Casali Ho studiato
Ingegneria Biomedica al Politecnico di Milano e devo dire che ho trovato tante
colleghe e professoresse Donne. Il corso era quasi bilanciato tra Donne e
Uomini e non mi sono mai sentita in difficoltà o in qualche modo inferiore
rispetto ai colleghi Uomini.
C'è un eposodio in particolare, che forse non dimenticherò. Sono stata bocciata 7 volte all'orale di elettronica 1, pur avendo 30 allo scritto, perche per il professore le donne potevano solo fare la maglia... mi bocciava facendo il segno delle mani che lavorano i ferri da maglia... Senza quell'esame non mi sarei mai potuta laureare. L'esame poi lo ho superato brillantemente perché il professore quel giorno era malato e quando me lo ha verbalizzato mi ha confermato che fosse stato per lui non avrei mai passato quell'esame. Nonostante questo mi sono laureata in 4 anni e mezzo invece di 5 con una tesi 9 mesi presso la facoltà di fisica dell'università di Perugia.
In ambito lavorativo, invece, percepisce, talvolta, di essere sottovalutata o penalizzata in quanto donna?
Patrizia
Casali Devo dire che
anche durante la mia carriera lavorativa in ambito scientifico non mi sono mai
sentita penalizzata. In alcune situazioni, mi sono magari sentita
"strana" o "osservata" essendo l'unica donna in riunione,
con energia maschile piuttosto ingombrante intorno a me. Però non ho mai avuto
la sensazione di non essere all'altezza della situazione. Anzi, ho spesso
sentito che la presenza di una e più donne fosse necessaria per arrivare a
compromessi di business bilanciati e corretti.
Ciò che invece ho sentito e sento molto penalizzante per me, è non essere
rispettata con i miei tempi e cicli di Donna. Sappiamo bene che almeno per 3/4
giorni al mese l'energia delle Donna è bassa e si ha bisogno di rimanere
ritirate per ricaricarci per il mese successivo. Ho sentito tanto la mancanza
di questa possibilità, che credo dovrebbe essere donata ad ogni Donna. Non solo
per se stessa, ma anche per tutti gli altri colleghi. Quando una Donna è
bilanciata ed ha avuto la possibilità di ricaricarsi diventa una risorsa
incredibile per la comunità in cui si trova. Credo ci sia ancora tanta
ignoranza su questo tema.
Giorgia Pontetti All'inizio della mia carriera professionale mi sono trovata coinvolta in fantastici esperimenti spaziali e militari. All'inizio le discriminazioni erano quotidiane. Una donna in quei settori in Italia non era concepibile. Per cui ad esempio invece di ingegnere venivo chiamata signora, in altri casi mi veniva chiesto di portare il caffè o redigere la minuta (era scontato fossi la segretaria e non il CEO) in altri semplicemente venivo ignorata.
Che
cosa consiglia ad una ragazza che oggi sceglie una carriera in ambito STEM per perseguire i suoi obiettivi
con serenità, senza lasciarsi condizionare dai pregiudizi?
Patrizia
Casali Consiglio
di seguire sempre il proprio Intuito, la propria Voce interiore, il proprio
Cuore. Consiglio anche di lavorare per scoprire ed approfondire se stesse.
Credo che il lavoro su di sè, che sia fatto attraverso lo yoga, la meditazione,
la psicoterapia, il respiro, o qualsiasi altra tecnica, sia indispensabile per
saper valorizzare se stesse, darci il giusto valore e riconoscimento. Se noi
stesse sapremo valorizzarci, gli altri lo faranno di conseguenza.
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