Uno sguardo all'editoria femminista con Le Plurali
Le Plurali Editrice nasce a Marzo 2021 e pubblica libri di saggistica e narrativa, esclusivamente di autrici. Le componenti del team mi raccontano che si conoscevano già, perché tutte scrivevano per il blog di un’altra casa editrice, che ha poi chiuso la sua produzione. Dopo questa bella esperienza di blog writing si sono guardate negli occhi e tutte e quattro sapevano che non sarebbe finita lì: così, dalla creazione del primo business plan alla firma dalla notaia, è stato un attimo! Volevano mettersi in gioco creando cultura con i libri; ovvero la passione che le univa e continua ad unirle.
Al loro progetto hanno dato un
taglio femminista, intersezionale, perché si riconoscono in un approccio
vivace, curioso, stimolante e che esalti, professionalmente, il talento delle
donne. Una curiosità? Il simbolo che le rappresenta è una macchia:
ecco come spiegano questa scelta «uniche e originali, a volte le macchie
nascono per caso per poi fare rete con altre macchie e diventare segni,
sillabe, parole e storie di cui non puoi fare a meno».
foto dalla pagina Facebook Le Plurali Editrice |
Diamo uno sguardo alle loro collane? All’interno di Le bussole ci sono vere e proprie guide femministe in formato tascabile: sono libri che osservano la realtà in cui viviamo accompagnano alla scoperta del cinema, della sessualità, della salute, della finanza e di molto altro.
Le cantastorie è una collana di narrativa contemporanea
e accoglie autrici di provenienze diverse, che raccontano il mondo in tante
forme: romanzi, utopie, autobiografie e biografie.
Le radici raccoglie testi inediti, non
più in circolazione, oppure libri che desiderano far conoscere l’opera e
la vita di un’autrice del passato.
L’ultima, Le sagge, è dedicata
a libri di saggistica che affrontano con tono frizzante e
ottica femminista tanti temi diversi.
L'editoria femminista nel 2022 ...e oltre
Ora, proprio attraverso Le Plurali, proviamo a capire che cosa voglia dire mettere in piedi una cosa editrice femminista e quali siano le prospettive future delle donne che, come diceva qualcuno, ops…qualcuna, di nostra conoscenza, devono avere una stanza tutta per loro.
Che cosa significa, oggi, essere una casa editrice femminista?
Diciamo che le logiche del sistema editoriale sono tagliate
e create per le medie e grandi case editrici per cui non è facile ovviamente
rimanere a galla: immagina di entrare in un porto con una barchetta a remi e
cercare di non ribaltarsi tra le navi da crociera. Si resiste cercando di
puntare sulla qualità e trovando target di pubblico meno generalista. Noi
comunque non siamo una casa editrice per “pochi” ma abbiamo scelto di affidarci
a un distributore nazionale proprio per poter essere realmente, in modo
capillare e diffuso, tra gli scaffali delle librerie.
Secondo la vostra esperienza, quali
sono le difficoltà che incontra una casa editrice così tanto specializzata?
Crediamo che essere specializzate e avere un carattere ben
definito sia l’unico modo per sopravvivere per una piccola casa editrice,
lavorando bene sul target e su una promozione mirata. Non possiamo competere
coi giganti, ma possiamo trovare un nostro pubblico, proprio perché i nostri
libri sono “speciali”, ben fatti e curatissimi.
Quali sono, secondo voi, delle possibili
soluzioni per diffondere non solo i testi del passato, ma anche nuove voci e
una nuova sensibilità verso certi temi?
Be’, per farlo abbiamo creato due collane specifiche che
hanno questi obiettivi. Le radici è una collana che vuole dare o ridare visibilità
ad autrici del passato che la nostra cultura si è persa. Nella collana le
cantastorie, abbiamo deciso di pubblicare romanzi contemporanei (il classico
manoscritto inedito) e tra questi di dare voce anche ad autrici emergenti,
perché vogliamo dare loro l’opportunità di mettere in luce il loro talento. E
di manoscritti ce ne arrivano tantissimi. Purtroppo la selezione deve essere
piuttosto ferrea perché pubblichiamo un numero limitato di libri ogni anno, e
li scegliamo e trattiamo con estrema cura. Proprio per una scelta interna, non
pubblichiamo racconti ma solo romanzi e, come abbiamo avuto modo di
sottolineare, non necessariamente una storia “femminista” deve avere al centro
una storia di donne: al contrario, invitiamo le nostre autrici a scrivere proprio
ciò che vogliono.
Come vengono recepiti gli argomenti
che trattate sia dal pubblico femminile sia da quello maschile?
Siamo ancora all’inizio e non è facile avere feedback
diretti. Quello che notiamo, soprattutto nelle presentazioni, è una grande
curiosità da parte delle donne e la voglia di mettersi in discussione. Speriamo
sempre che i nostri libri vengano letti anche dagli uomini proprio per
scardinare l’idea che i libri scritti dagli uomini li leggono tutti e tutte,
mentre quelli scritti dalle donne li leggono solo le donne.
Quali sono, secondo voi, le
prospettive future dell’editoria femminista?
Questa è una domanda da cento milioni di dollari. Alla luce
del fatto che anche le grandi case editrici pubblicano alcuni libri che parlano
di femminismo, direi che sono sicuramente temi che interessano e che hanno un
pubblico. Una casa editrice femminista può in questo contesto dare un
contributo più ricco e consapevole, proprio perché si concentra su questi temi.
Il fatto di definirci una casa editrice femminista, poi, non riguarda solo i
contenuti dei nostri libri ma l’imprinting che abbiamo dato al nostro business,
che si basa sulla valorizzazione del lavoro delle donne, noi quattro, le
scrittrici che pubblichiamo, ma anche tutta la rete professionale e di
promozione al femminile che stiamo costruendo.
Che dire… scoprite questa piccola ma grande realtà sul sito Le plurali editrice - Libri femministi
per menti curiose
Federica Carla Crovella
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