Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2023

Accessibile e inclusivo: a che punto siamo con il mondo digitale?

Immagine
Quando parliamo di inclusione e accessibilità nella comunicazione digitale che cosa intendiamo?   Il dizionario Treccani definisce inclusività la  propensione ad essere accoglienti e a non discriminare, contrastando l’intolleranza prodotta da giudizi, pregiudizi, razzismi e stereotipi ; princìpio che si dovrebbe facilmente ritrovare anche nel contenuti digitali di vario genere e nel linguaggio.  Il linguaggio inclusivo è libero da  parole, frasi o toni che riflettono opinioni pregiudizievoli, stereotipate o discriminatorie verso determinati gruppi di persone.  Spesso, quando si parla di inclusività, il pensiero corre subito alla componente di genere, ma non è questa la giusta visione delle cose. Un testo o più in generale un contenuto sono inclusivi quando hanno  una visione molto ampia delle problematiche di genere ancora da risolvere, ma anche un linguaggio che lotta contro stereotipi razzisti, classisti (quindi legati a posizione sociale e grado di istruzione delle persone) o ageist

Sì imperfezioni, no modelli estetici tossici. Per Imperfetta Project il "difetto" diventa valore

Immagine
    Credit:  Photographer & set Director: @tettoemanuele Stylist: @sofia_agnese Art direction: @carmen_balosin Make Up Artist & Hair : @marti.dmua, @valeriadaidone_ , @micsmua, @chiarapetroni.mua , @chiara_trapasso Fashion: @_leopardessa_ @deformazione_del_cranio @melankolifashion @anthos__ @otticafoppa Elogiare le qualità delle donne e celebrare la bellezza della femminilità attraverso le imperfezioni. Questo lo scopo di Imperfetta Project , un'agenzia di moda con sede a Roma, nata l'8 marzo del 2021.  Oggi in Imperfetta l’alopecia, le smagliature e la vitiligine, la pelle nera, la sindrome di down sono peculiarità che rendono uniche le persone e valori aggiunti che salvano dall’omologazione, ma prima di diventare agenzia  stata una semplice pagina instagram.  Le muse dell'agenzia sono persone normali, che non hanno l’ambizione di essere influencer o diventare grandi nomi nel mondo della moda. Sì, “muse” , avete letto bene. Quelle di Imerfetta Project non sono mode

Rassegna stampa di un caso di cronaca: maternità ed errori di comunicazione

Immagine
Prima che la nostra storia diventi di dominio pubblico, dovremmo poter dare il consenso. Ciascuno di noi ha diritto alla privacy ; diritto che è stato arbitrariamente violato nel caso del piccolo Enea e della donna che l'ha partorito e ha scelto di affidarlo alla    «Culla per la vita» della clinica Mangiagalli a Milano. Questa struttura garantisce sicurezza e anonimato ai bambini e alle donne che scelgono di partorire in anonimato e non riconoscerli. O meglio, dovrebbe garantire tutto ciò, perchè sta succedendo tutto il contrario: le informazioni sul bambino e i giudizi sulla donna stanno riempiendo le pagine dei giornali, i social-media e le televisioni. Del bimbo conosciamo persino il colore dei capelli e il peso attraverso i giornali, ma tutto questo che cos'ha di costruttivo?  All' assenza di privacy si aggiunge il problema del come si sta narrando la vicenda, i nanellando,  uno dopo l'altro, errori di comunicazione , soprattutto nei confronti della genitorialità

Parto, gravidanza e aborto: nel mondo muore una donna ogni due minuti

Immagine
Un report recente dell’Oms  indica che negli ultimi anni le morti materne non solo non hanno accennato a diminuire, ma tendenzialmente sono aumentate.  Nel 2020 i decessi per complicazioni durante la  gravidanza o il parto sono stati nel mondo circa 287.000.  Stando a questi dati,  muore una donna ogni due minuti.  Il maggior numero di morti si concentra nelle zone più povere del mondo e nei Paesi colpiti da conflitti. “Nel 2020 circa il 70% di tutte le morti materne si è verificato nell’ Africa subsahariana", ma l'Europa non è esente da questo fenomeno.  Di questa piaga sociale parlo oggi su A Parole Nostre, inserto del Fatto Quotidiano.it, ascoltando anche  il punto di vista di Aidos (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo) che si occupa di diritti delle donne e anche di salute riproduttiva femminile.  Ma i dati non sono finiti qui. Anche nelle aree più sviluppate, talvolta, non si riescono a evitare decessi prevedibili. " Anche in Europa spesso ci si scontra con s

Pegah Moshir Pour racconta la lotta delle donne in Iran tra passato, presente e futuro

Immagine
Essere libere vuol dire poter studiare e decidere chi diventare. Poter uscire di casa con i capelli scoperti senza paura di essere arrestate o di perdere la vita. Avere l’opportunità di guadagnarsi da vivere e veder riconosciuto, equamente, il proprio lavoro. Vuol dire scegliere di costruire una famiglia in pace, lontano dalla violenza e dalla guerra. Il coraggio è donna come la libertà Così recitava, in occasione della campagna di comunicazione per l’8 Marzo “il coraggio è donna”, Pegah Moshir Pour, l’attivista di origini iraniane intervenuta al Festival di Sanremo 2023. Oggi, Pegah Moshir Pour non si ferma, continua a rilasciare interviste per dare voce alla situazione delle donne in Iran; prossimamente parteciperà anche al WE Woman’sEquality Festival, la prima manifestazione nazionale dedicata interamente alla Parità di Genere - che tornerà il 5 e 6 aprile a Lecce. Oggi ho l'onore di intervistarla e ascoltare il suo punto di vista sulla condizione femminile di ieri, oggi