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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

Microaggressioni: di che cosa parliamo?

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"Per essere una donna guidi molto bene". Quante volte è capitato di dire questa frase? E di sentirsela dire? A quante persone è successo sull'autobus di portare la mano al portafoglio o stringere a sè la borsa davanti a qualcuno appartenente all'etnia rom?  Sono due esempi di microaggressioni , verbale la prima e non verbale la seconda, che sottintendono qualcosa di offensivo. Ma di che cosa si parla quando si usa questo termine?  Tra storia e linguistica  Questa parola è stata c oniata dallo psichiatra Chester M. Pierce nel 1970 e indica espressioni e/o comportamenti spesso non consapevoli, che però hanno effetti negativi su chi li riceve, in particolare su  membri che fanno parte di c ategorie sensibili  della società. Partiamo proprio dalla parola:  perchè si chiama così?  Perchè sono rivolte a un gruppo di persone ristretto, emerginato, ma non sono piccole, in particolare nelle conseguenze che hanno su chi le subisce. A questo proposito, col tempo è stato dimostr

"Effetto figlia": di che cosa si tratta? Ne parlo in un'intervista su Il Fatto Quotidiano

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Negli ultimi giorni si è parlato molto di maternità, complice la festa della mamma. Si è parlato tanto anche della possibilità per le donne di far coesistere nella propria vita la professione e il desiderio di maternità, in particolare dopo le parole di Elisabetta Franchi, la quale ha ammesso che, in caso di assunzione in posizioni apicali  preferisce lavoratrici che abbiano passato i 40 anni, per evitare che quella carica resti scoperta per molto tempo in caso di maternità. Parte da questo fatto anche  A Parole Nostre, l’inserto de Il Fatto Quotidiano dedicato alle questioni di genere , che, questa settimana, sceglie di parlare proprio di maternità. L'inserto ha ospitato anche un mio contributo, che, osserva lo stesso argomento, ma parte da un punto di vista diverso; quello dei padri. Ho intervistato Maddalena Ronchi, ricercatrice dell’Università Bocconi di Milano, che in uno studio parla di "Effetto Figlia", mostrando come nelle aziende in cui il manager è padre di un

La violenza ostetrica esiste: dati e indicazioni per riconoscerla

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Oggi, 5 maggio, è la Giornata Internazionale delle Ostetriche e, per convenzione,   uso questa data per far luce sul fenomeno della violenza ostetrica , che tavolta può non essere riconosciuta e denunciata immediatamente. Ne parliamo oggi, ma è da precisare che il termine  si riferisce all’abuso che avviene genericamente nell’ambito delle cure ostetrico-ginecologiche e, di conseguenza, può avvenire per mano di operatori e operatrici che a vario titolo lavorano con donne in gravidanza.  Si definisce violenza ostetrica: “appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario, che si esprime in un trattamento disumano, nell’abuso di medicalizzazione e nella patologizzazione dei processi naturali avendo come conseguenza la perdita di autonomia e della capacità di decidere liberamente del proprio corpo e della propria sessualità, impattando negativamente sulla qualità della vita della donna”.  Ley Orgánica sobre el Derecho de las Mujeres a una Vida