Gender gap e discipline STEM: due voci e due storie vincenti

Due scienziate in laboratorio mentre lavorano

Quando si parla di gender gap nelle discipline STEM, spesso ci si appoggia a dati e statistiche per mostrare quanto, nonostante i passi in avanti, ancora oggi la presenza delle donne in ambito scientifico non sia ancora per nulla comparabile a quella degli uomini.

Per la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza 2023, però, non ho scelto la strada delle statistiche, ma quella delle storie. Ho intervistato due donne che hanno studiato e lavorato in ambito STEM, da sempre consapevoli delle proprie passioni, che oggi hanno dato vita a due progetti intrisi del loro amore per la scienza.

Hanno in comune proprio la passione per la scienza, ma il loro vissuto in ambito Stem e la loro esperienza con gender gap, pregiudizi e stereotipi è diversa. Due percorsi differenti, per arrivare alla stessa conclusione: le donne possono realizzarsi anche in ambito scientifico e combattere per questo non può e non dev'essere utopia. 

Un'intervista doppia , per un solo obiettivo 

Patrizia Casali ha studiato ingegneria biomedica e ha lavorato per diversi anni nel mondo dell’innovazione. Oggi unisce due grandi passioni, come scrive sul suo sito: "da sempre combattuta tra la fisica e lo yoga, ha recentemente scoperto che non esiste troppa distanza tra i due mondi". Mi racconta della sua passione per lo Yoga e di quella per la scienza, di come l’una le abbia permesso di trovare sé stessa e superare i momenti difficili e di come la scienza sia stata la chiave per “potenziare la mente”, dice. “L'unione delle due cose è Vita!  e in una sola frase dice tutto. Poi mi racconta del suo progetto attuale “si chiama TwoSlowSouls e lo porto avanti insieme a un'altra magnifica Donna, Benedetta Muratori.  È un progetto di Slow Living che si occupa di diffondere una filosofia quotidiana lenta e un po’ magica, attraverso un blog, oggetti ed esperienze”. 


Giorgia Pontetti decide di seguire le orme paterne e  si laurea giovanissima in ingegneria elettronica e poi in ingegneria astronautica. Ma non è solo ngegnera aerospaziale, bensì anche imprenditrice agricola, da sempre appassionata tanto di spazio quanto di agricolatura: "sapevo di voler fare qualcosa in onore dei miei avi provando a coniugare 2 mondi che per tutti non sono coniugabili". Così, ha fondato la Ferrari Farm, un’impresa agricola all’avanguardia in provincia di Rieti. "È un esempio di agricoltura multifunzionale: coltivazioni biologiche di varietà antiche, coltivazioni idroponiche di altissima qualità, linea di trasformazione agroalimentare che lavora sottovuoto, vendita di prodotti, agriturismo 5 girasoli con camere, suite, bare  ristorante, centro benessere rurale SENTO, fattoria didattica per tutte le età".

Durante la sua formazione ha mai provato il cosiddetto Dream Gap e ha avuto persone che hanno ostacolato la sua propensione per le materie scientifiche? 

Patrizia Casali Ho studiato Ingegneria Biomedica al Politecnico di Milano e devo dire che ho trovato tante colleghe e professoresse Donne. Il corso era quasi bilanciato tra Donne e Uomini e non mi sono mai sentita in difficoltà o in qualche modo inferiore rispetto ai colleghi Uomini.

Giorgia Pontetti Ho iniziato combattendo in famiglia perché mio papà, da padre premuroso e cosciente, ha sempre pensato che fare l'imprenditore nei nostri settori fosse un impegno troppo oneroso per una giovane donna. Ma la vera persecuzione c'è stata nel percorso accademico che ho scelto.  Il primo anno sono stata ostacolata ad ogni esame perché donna e perche proveniente dal liceo classico. Si dava per scontato che questi 2 requisiti non fossero all'altezza di ingegneria, facoltà per uomini duri, per soli scienziati. 

C'è un eposodio in particolare, che forse non dimenticherò. Sono stata bocciata 7 volte all'orale di elettronica 1, pur avendo 30 allo scritto, perche per il professore le donne potevano solo fare la maglia... mi bocciava facendo il segno delle mani che lavorano i ferri da maglia...  Senza quell'esame non mi sarei mai potuta laureare. L'esame poi lo ho superato brillantemente perché il professore quel giorno era malato e quando me lo ha verbalizzato mi ha confermato che fosse stato per lui non avrei mai passato quell'esame. Nonostante questo mi sono laureata in 4 anni e mezzo invece di 5 con una tesi 9 mesi presso la facoltà di fisica dell'università di Perugia. 

In ambito lavorativo, invece, percepisce, talvolta, di essere sottovalutata o penalizzata in quanto donna? 

Patrizia Casali Devo dire che anche durante la mia carriera lavorativa in ambito scientifico non mi sono mai sentita penalizzata. In alcune situazioni, mi sono magari sentita "strana" o "osservata" essendo l'unica donna in riunione, con energia maschile piuttosto ingombrante intorno a me. Però non ho mai avuto la sensazione di non essere all'altezza della situazione. Anzi, ho spesso sentito che la presenza di una e più donne fosse necessaria per arrivare a compromessi di business bilanciati e corretti.  
Ciò che invece ho sentito e sento molto penalizzante per me, è non essere rispettata con i miei tempi e cicli di Donna. Sappiamo bene che almeno per 3/4 giorni al mese l'energia delle Donna è bassa e si ha bisogno di rimanere ritirate per ricaricarci per il mese successivo. Ho sentito tanto la mancanza di questa possibilità, che credo dovrebbe essere donata ad ogni Donna. Non solo per se stessa, ma anche per tutti gli altri colleghi. Quando una Donna è bilanciata ed ha avuto la possibilità di ricaricarsi diventa una risorsa incredibile per la comunità in cui si trova. Credo ci sia ancora tanta ignoranza su questo tema.

Giorgia Pontetti All'inizio della mia carriera professionale mi sono trovata coinvolta in fantastici esperimenti spaziali e militari. All'inizio le discriminazioni erano quotidiane. Una donna in quei settori in Italia non era concepibile. Per cui ad esempio invece di ingegnere venivo chiamata signora, in altri casi mi veniva chiesto di portare il caffè o redigere la minuta (era scontato fossi la segretaria e non il CEO) in altri semplicemente venivo ignorata.

Che cosa consiglia ad una ragazza che oggi sceglie una carriera in ambito STEM  per perseguire i suoi obiettivi con serenità, senza lasciarsi condizionare dai pregiudizi? 

Patrizia Casali Consiglio di seguire sempre il proprio Intuito, la propria Voce interiore, il proprio Cuore. Consiglio anche di lavorare per scoprire ed approfondire se stesse. Credo che il lavoro su di sè, che sia fatto attraverso lo yoga, la meditazione, la psicoterapia, il respiro, o qualsiasi altra tecnica, sia indispensabile per saper valorizzare se stesse, darci il giusto valore e riconoscimento. Se noi stesse sapremo valorizzarci, gli altri lo faranno di conseguenza. 

Giorgia Pontetti Consiglio di non mollare mai, di credere fermamente nei propri sogni...Se lo puoi sognare, lo puoi fare! Gli altri non devono avere alcun peso sulla propria vita. Poi consiglio di studiare, studiare, studiare. La conoscenza vince su tutto. Se si sa si diventa invincibili e si possono raggiungere tutti gli obiettivi che si sognano senza condizionamenti da nulla e nessuno.

 Federica Carla Crovella

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